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Giuseppe Cesare Abba
Biografia di Giuseppe Cesare Abba tratta dal libro Cairo nella storia della Liguria e della Nazione, di Piero Angelo Tognoli:
- Giuseppe Cesare Abba nacque a Cairo Montenotte il 6-10-1838 ove compi' i primi studi frequentando fino all'eta' di 12 anni le vecchie scuole Comunali del "Ghetto".
- Nel 1850 entro' in Collegio a Carcare presso i Padri Scolopi ove insegnava un grande educatore "Padre Atanasio Canata", che schiudeva i cuori dei suoi allievi all'amore per la grammatica, la letteratura e la patria.
- Nel 1854 Abba fu Principe dell'Accademia del predetto Collegio.
- I sentimenti patriottici inculcati nel suo animo di cittadino integerrimo lo portarono volontario nel 1859 nel reparto "Aosta Cavalleria".
- Non fece pero' in tempo a prendere parte attiva alla guerra, in quanto le ostilita' cessarono prima che egli terminasse l’istruzione militare.
- Nel 1860 fu pero' pronto ad accogliere l’appello di Giuseppe Garibaldi, che chiamava a se' il meglio della gioventu' italiana, per intraprendere la gloriosa spedizione in Sicilia.
- La sera del 5 maggio, Abba fu presente allo scoglio di Quarto ad offrire il suo braccio al prode generale.
- La spedizione dei Mille fu per lui il battesimo del fuoco.
- Egli narro' mirabilmente le vicende della guerra nel suo poemetto romantico: "Arrigo, da Quarto al Volturno".
- Terminata la spedizione, Abba lascio' il Borgo natio ed ando' ad abitare a Pisa, ove studiavano molti suoi compagni d’armi.
- Nell'aprile del 1861 fu nuovamente a Cairo ove con altri uomini di avanguardia fondo' la Società Operaia di Mutuo Soccorso, una delle prime della Valle Bormida, che contribui' a mutare la medioevale vita del paese.
- Nel 1866 parti' per la terza guerra d’indipendenza e con il grado di luogotenente fu incorporato nel settimo reggimento.
- Combatte' con onore a Bezzecca, tanto da guadagnarsi la medaglia d’argento al valor militare: "per aver con pochi animosi seguita la bandiera salvando inoltre due pezzi di artiglieria".
- Per la sua encomiabile condotta fu proposto per la croce al merito di Savoia, ma egli la rifiuto' perche', a suo giudizio, era superiore ai suoi meriti.
- Nel 1867 si ritiro' a Cairo e vi rimase sino a tutto il 1880.
- Durante questo periodo si dedico' all’Amministrazione della cosa pubblica in qualita' di Sindaco, promuovendo e realizzando numerose opere di interesse generale.
- Affronto' con coraggio i problemi piu' immediati nel campo dell'istruzione, dell'igiene e dell'urbanistica.
- Diede una sede piu' degna alle scuole, istitui' un corso serale per operai fece abbattere le mura cittadine per il risanamento igienico dell'abitato, fece costruire la nuova fognatura e il cimitero e favori' l'istituzione di una banca popolare al servizio dei lavoratori, degli artigiani e degli agricoltori della citta'.
- Nella quiete del Borgo scrisse il romanzo di ispirazione manzoniana: "Le Rive del Bormida nel 1794".
- Nel 1881 venne incaricato professore reggente al liceo di Faenza ove rimase per quattro anni.
- Scrisse ancora "Le notarelle di uno dei mille" che e' forse il miglior libro sul nostro Risorgimento (il Carducci dopo averlo letto incoraggio' l'Abba a pubblicarlo), "Cose vedute"; "La vita di Nino Bixio", "La storia dei mille", "Le Alpi nostre"; "Uomini e soldati", "Cose Garibaldine" ed altri scritti minori.
- Nel 1884 vinse la cattedra di professore nell'istituto Tecnico Nicolo' Tartaglia nella citta' di Brescia, ove insegno' per ben 26 anni diventando Preside stimatissimo.
- La grande fiducia, riposta in Lui dagli abitanti della citta' lombarda lo porto' valentissimo consigliere comunale.
- Nei 1908 gli fu offerto un ambito posto di preside presso un Istituto di Milano: in un primo tempo accetto', ma poi ritorno' sulla sua decisione e declino' l’incarico in quanto, secondo Lui, non era degno di tale promozione.
- La modestia fu la sua virtu' piu' ammirata.
- Abba mori' a Brescia il 6-11-1910 all'eta' di 72 anni. I funerali furono un'apoteosi .
- La citta' onoro' in modo mirabile la salma del suo cittadino adottivo.
- Commovente fu il trasporto nel cimitero di Cairo, ove egli riposa accanto alle spoglie dei suoi cari.
- Il tributo offertogli dai cittadini delle sue due patrie volle essere il riconoscimento all'uomo onesto, all'educatore irreprensibile ed al cittadino virtuoso.