Abramo in valle Bormida

Re: Linguistica, storiografia e ideologia


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Inviato da: carlo il September 14, 2002 at 14:57:57:

In risposta a: Linguistica, storiografia e ideologia
Inviato da Dario il September 14, 2002 at 12:09:07:

: Linguistica, storiografia e ideologia

:
: Propongo qui alcune riflessioni su un tema
: obbiettivamente vastissimo, ma sul quale, nel
: corso del tempo, ho cambiato rotta.
: Un tempo, giovane ingenuo, pensavo che alcuni
: prodotti della mente umana fossero per
: definizione puri, non sottoposti a
manipolazione
: ideologica, cioe’ falsificati con l’intento di
: dimostrare qualcosa, di perseguire un fine
: diverso da quello primario, il piu’
appariscente.
: Tra questi quella ricerca, scientifica e
: culturale, che ha come solo, o principale scopo
: (mi illudevo) quello di accrescere la
conoscenza.
: Oggi sono assolutamente cinico.
: Credo che l’unico campo non ideologizzabile sia
: la matematica pura, disciplina che amo, forse
per
: questo, e che ho studiato.
: Dopo questa premessa vorrei soffermarmi sulla
: deriva ideologica cui spesso sottostanno due
: discipline che ci stanno a cuore: la
linguistica
: e la storiografia, recente ma anche antica.
: Cominciamo da quest’ultima.
: Sulla storiografia recente, detta anche quando
: prodotta dall’avversario “propaganda”, non ci
: piove, al punto che specie noi Italiani abbiamo
: elaborato nel corso dei secoli (leggersi
: il “Discorso sopra lo stato presente dei
costumi
: degl’Italiani” del Leopardi) un cinismo senza
: uguali.
: Ma anche la storiografia antica non scherza, e
: qui invito alla prudenza chi pensa che gli
antici
: fossero tutti “ABA” semidivini e ci lasciassero
: solo scritti degni di studio reverente e
: genuflesso: non e’ cosi’, neppure per la Bibbia.
: Per esempio uno dei capisaldi dello pseudo-
studio
: di Mauro (dopo i fegati-mappa e lo slittamento
: degli alfabeti) e’ la storiografia e la lingua
: della Bibbia. A volte pare proprio un
: fondamentalista americano.
: Chi e’ veramente interessato alla Bibbia
STORICA
: (quella religiosa e’ un’ALTRA cosa) dovrebbe,
: secondo me, far proprio il libro di I.
: Finkelstein e a: Silberman (tra i massimi
: archeologi israeliani) “Le tracce di Mose’. La
: Bibbia tra storia e mito”: ebbene, dopo aver
: sondato il territorio di Israele, che non e’
: cosi’ esteso, per oltre mezzo secolo alla
ricerca
: di riscontri con la narrazione biblica, hanno
: rispettosamente concluso (sono credenti non
: fanatici) che questa e’ fondamentalmente un
: prodotto ideologico redatto nel settimo secolo
: a.C. con lo scopo principale di unificare un
: popolo gettando le basi di un mito di
fondazione.
: Nobilitarsi le origini: questa si’ era una
: preoccupazione degli ABA antichi: si veda
: l’”Eneide” per i Romani, i poemi omerici per i
: Greci, ecc. Erano falsi e in malafede? No: in
: tempi difficili era una onesta esigenza di
: compattezza sociale dietro i vessilli del
: nazionalismo. Lo stesso Jahweh era un dio
tribale
: assurto dopo le avversita’ e le commistioni
: dell’esilio a Dio universale. Quindi liste di
: generazioni, date e fatti sono quasi
: sistematicamente manipolati.
: Ma allora dove sta la VERITA’? Qui viene
: effettivamente quell’araba fenice del lavoro
: interdisciplinare che tutti invocano ma pochi
: applicano. Storico delle idee, archeologo,
: linguista e genetista devono andare a
braccetto,
: e un’ipotesi di verita’ e’ solo la’ dovo le
loro
: conclusioni concordano.
: Anche credere che la lingua della Bibbia e’ una
: chiave di lettura per il mondo antico e’ un
: fondamentalismo di cui ci si credeva gia’
: sbarazzati: la punteggiatura e quindi la
: pronuncia massoretica e’ una normalizzazione
: tardiva. La lingua, la cultura e la mitopoetica
: biblica trovano i loro precursori nell’accadico
e
: nell’ugaritico: perche’ allora riferisi alle
: radici semitiche ebraiche, talvolta diverse da
: quelle accadiche? In questo c’e’
un’impostazione
: ideologica.
: Era ed e’ideologica la forzatura indoeuropea di
: far coincidere assolutamente un popolo con una
: ricostruzione linguistica. Io ci credo agli
: Indoeuropei intesi come genti che parlavano
: quella lingua o lingue che hanno generato le
: attuali lingue manifestamente imparentate: mi
: sembra fondato cercare nel tesoretto comune a
: quelle antiche lingue la cultura materiale dei
: loro parlanti (il cavallo, il carro, la ruota,
: etc.). Non credo che fossero biondi e avessero
: civilizzato i rozzi indigeni.
: Pero’ quando esamino la ricerca linguistica
degli
: altri popoli (extracomunitari!) penso che
quanto
: a ideologia loro sono messi peggio di noi. Gli
: arabi sono sicuri che Dio parlasse l’arabo, gli
: indiani dravidici ci terrebbero molto e
farebbero
: carte false per dimostrare che i Sumeri erano
dei
: loro, i Turchi pensano di avere a che fare con
: gli Ittiti: insomma i miti di fondazione sono
: ancora produttivi e forse sono ancora piu’
forti
: delle religioni.
: Cosa voglio dire alla fine? Che e’ difficile
: mantenersi lucidi in ogni campo, e che la
ricerca
: vera ha sempre bisogno di mille puntelli, mille
: riprove, e mille revisioni.

:
: Ciao, Dario

Sottoscrivo questo post parola per parola,
esclusa la fede indoeuropea. Una volta credevo
che le scienze naturali fossero immuni da
ideologia. Kuhn l'ha chiamata paradigma, per cui
potremmo escludere proprio solo la matematica.
L'ideologia è quel paio di occhiali (che chi li
porta non vede) che possono venir descritti da
un altro. Se completiamo il concetto di
indoeuropea con l'inserimento del passaggio
mesopotamico, allora ci siamo su tutto.
L'ideologia con effetto falsante sull'antico, che
io vedo più forte, è quella autoctonista. I
Romani pura razza italica piacevano di più. Idem
i Greci senza parentele con i Turchi. Idem gli
Ariani, superiori ai Mediterranei, alla faccia
della storia. L'analisi genetica fatta dalla
Università di Pavia (Le Scienze di novembre di
due anni fa) mostra che un campione di più di
mille soggetti dice che 10 europei su 10 vengono
dal Vicino Oriente.
Considero questo dell'ideologia un tema di
rilievo assoluto, indipendentemente da come uno
lo tratta. Mi fa piacere concordare.
Ciao,
Carlo




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