Abramo in valle Bormida

Le Tavole Eugubine: cosa sono?


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Inviato da: Dario il March 18, 2002 at 13:25:04:

Vorrei chiedere a Mauro, e eventualmente agli
altri partecipanti a questo forum, se ha mai
letto la traduzione delle Tavole Eugubine,
proposta ancora negli anni quaranta da quel
grande linguista e storico delle antichita'
italiche che fu Giacomo Devoto, e considerata dal
Grande Accademico (... pronuncio questo nome
sottovoce e con deferenza) come la versione
normativa.
E se l'ha letta (e' stata ristampata qualche
decennio fa in edizione economica
tra i Sansoni Universita', reperibile fra i
Remainders), che cosa ne pensa rispetto alle sue
ipotesi.
Voglio precisare che la versione del Devoto e' la
fase conclusiva, o almeno imprescindibile, di un
processo di elaborazione del testo iniziato
nell'ottocento da studiosi tedeschi (150 anni
sono piu' dei 90 di Semerano...), e dunque non
nasce dal nulla come certe 'traduzioni'
dall'etrusco (ci sono e ci sono state in
circolazione piu' grammatiche etrusche che
latine: ne dedurreste che l'etrusco e' piu'
conosciuto del latino? No, fa piu' audience e
incrementa le vendite, in tempi di
globalizzazioni culturali).
A me quella versione piace molto e la trovo
assolutamente convincente, perche e'
organica, intrinsecamente coerente, e coerente
con il contesto storico-culturale, non e' la
giustapposizione di parole avulse dal contesto e
rese ad orecchio con le lingue che si sono
studiate a scuola o per hobby.
Insomma, da' soddisfazione e insegna molto. I
suoi limiti? Il progresso filologico sulla lingua
umbra, a seguito di eventuali nuovi fortunosi
reperimenti, potra' definire meglio il
significato di certe parole o espressioni, ma il
contesto semantico complessivo, riguardante una
complessa cerimonia cultuale, restera' CERTAMENTE
invariato, e non perche lo dico io. Un altro
limite (?) del Devoto e' forse il suo esser stato
troppo devoto (!) al dogma dell'indoeuropeismo e
della funzione tripartita di dumeziliana memoria.
Se questo e' un limite, riguarda pero' la sua
INTERPRETAZIONE dei dati, e non la
sua ENUNCIAZIONE degli stessi (cercando di
distinguere i fatti dalle opinioni).
Senno' diciamoci chiaramente: a me non mi frega
niente di quello che dice il Grande Accademico,
anzi, lo aborro, perche' sono in una fase in cui
voglio emanciparmi dai 'genitori'.
E per far questo reinterpreto tutto come mi
garba. E a me mi garba interpretare tutto in
chiave esoterica, perche e' certo che queste
scritture antiche contengono messaggi oltre il
livello di comprensione di noi posteri
materialisti (si vada a rileggere i curiosi e
inquietanti tentativi di intepretazione dei
geroglifici, prima dell'arrivo di uno
Champollion, in una qualche storia delle
decifrazioni).
In questo caso che dire... mancherebbe il
confronto. Avete mai provato a contestare un
mormone sulla storicita' e attendibilita' del
libro di Mormon? Io l'ho fatto, ma all'obiezione
che la preghiera sincera ci garantva sulla sua
veridicita', mi cadevano le braccia.
Mi piacerebbe poi sapere perche accanirsi sulle
tavole eugubine, e non per esempio sul Liber
Linteus di Zagabria (il piu' lungo monumento
pervenutoci miracolosamente della lingua
etrusca): chissa' quali rivelazioni ne potrebbero
sortire!
Ciao. Dario






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