Inviato da: Mauro il April 28, 2002 at 05:36:00:
In risposta a: Re: Reperti egiziani, babilonesi e assiri in Italia
Inviato da Carlo il April 27, 2002 at 06:43:10:
Scarabei e vasi potrebbero essere anche
importati, ma sono il contorno di reperti molto
piu' consistenti. Per esempio il popolo piceno e'
interamente orientale dai carri alle armature, i
cippi "etruschi" di pietra con i grifoni (li
hanno incisi qui, non vengono dal commercio) sono
stati trovati anche in Emilia e in provincia di
Cuneo, eccetera.
Mi sembra pero' che se cataloghiamo tutti i
reperti "estranei" come provenienza dal
commercio... non salta completamente ogni
qualsiasi ipotesi che qualcuno sia arrivato, per
esempio, dalla Turchia? Nel senso che, se anche
un solo "nobile troiano-turco" fosse arrivato in
Italia, ci sara' venuto con i suoi oggetti
personali, qualche anello o scarabeo.
Non possiamo fare gli "indoeuropei" che non
ammettono popolazioni orientali che siano
emigrate sulla nostra terra... di arrivi ce ne
sono stati in ogni epoca (non solo di popolazioni
intere ma anche di guarnigioni militari che
dovevano controllare il territorio imperiale). Ho
una cartina che mostra il sud dell'Italia che
trabocca di reperti minoici e micenei (dal XVIII
al XII secolo)... e i reperti "italiani"? Se
tutto quanto viene dal commercio, c'e' da pensare
che qui ci abitassero solo minatori selvaggi che
davano le pietre-metalli ai mercanti in cambio di
ciotole e vasi decorati. Puo' essere sgradevole
dirlo, ma piu' che commercio queste italiche
erano colonie, oppure alleati di popoli lontani e
talvolta indipendenti.
Dire "commercio" significa essere legati a un
impero, ecco la chiave per capire i nomi
dimenticati di questa regione europea,
conosciutissima altrove, che forniva materie
prime ai dominatori orientali. La presenza di
numerosi oggetti etruschi che sono identici agli
oggetti nel bacino del Reno piu' che indicare un
commercio, indica per esempio un'alleanza-impero
in cui Germania e Italia risultano unite (periodo
assiro).
Tornando a prima, i "Troiani" dunque sarebbero
arrivati qui senza nessun oggetto? E' difficile
che neanche una collanina, o magari uno scarabeo
egizio che tali famiglie troiane-ittite possono
essersi tramandate di generazione in generazione
(le date degli scarabei appartengono a secoli
prima dell'ipotetica via commerciale greca) sia
rimasto tra noi.
Sempre sugli scarabei, non sono poi mica il
massimo dei prodotti commerciali. Alcuni sono
anche carini ma la maggior parte sono dei tondini
con i segni geroglifici. E' accertato che
esistono "imitazioni levantine" di questi
scarabei fatte dai Greci ma quelli italiani
risultano quasi tutti originali.
Ho poi trovato chi e' il CAPO (citato
nell'iscrizione cuneiforme di Falerii vicino
Viterbo), una "SCIMMIA"... e ne parlo in un
messaggio separato.
Saluti,
Mauro
../
: : Sono quasi senza parole...
: : Esistono in Italia centinaia-migliaia di
: reperti
: : archeologici cosiddetti "orientali", gran
parte
: : egiziani ma anche cuneiformi babilonesi e
: assiri,
: : che vengono classificati tutti quanti
: : come "importazione dovuta al commercio" (si
: nega
: : qualsiasi presenza di orientalita' in Italia,
: : secondo gli esperti e' tutto materiale che
: viene
: : portato dai Greci e dato alle popolazioni
: locali
: : in cambio di metalli e altre merci).
: : Dal libro "Principi etruschi" (Marsilio
: editore,
: : 88-317-7603-7):
: : - a pagina 138 (Verrucchio vicino Rimini),
: decine
: : di scarabei egiziani tra cui uno identificato
: con
: : esattezza che risale all'epoca dei Ramses,
XII
: : secolo circa avanti Cristo
: : - a pagina 140 (isola di Ischia), decine di
: : reperti egiziani tra cui uno scarabeo con
: : iscrizione dell'XI secolo avanti Cristo
: : - a pagina 128 (Veio vicino Roma), rhyton
: : configurato a protome di leone, un tipo di
: : contenitore assiro del periodo di Sargon II
: (722-
: : 705 avanti Cristo)
: : - a pagina 130 (Falerii vicino Viterbo),
parte
: di
: : recipiente bronzeo con iscrizione
: cuneiforme, "di
: : Nabu-Iddin, figlio di Baniya, il QUIPU"
: : (il "quipu" non sanno cosa sia ma qui in
Italia
: : non puo' che diventare il "CAPO")
: :
: : Nella sola Pitecusa (nell'isola di Ischia) ci
: : sono 52 scarabei egiziani originali (non
: : imitazioni levantine), 4 scaraboidi, una
: rosetta,
: : 7 statuine di divinita', e altri oggetti. A
: : pagina 126 uno scaraboide e uno scarabeo
: portano
: : il prenome del faraone AMENOFI III
(Nebmaatra),
: : che viene prima di Akenaton e dei Ramses.
Sulla
: : maggior parte degli scarabei compare
: : l'invocazione ad AMUN, "COLUI IL CUI NOME E'
: : NASCOSTO" e, riporto testualmente, "il
: trigramma
: : che compone questa divinita' tebana e'
espresso
: : con le piu' variate forme crittografiche"
(sono
: : specialisti delle manipolazioni alfabetiche).
: : eccetera eccetera eccetera
: : Saluti,
: : Mauro
: : ../
: Mauro,
: fa' attenzione! Gli oggetti si importano
proprio.
: Le tue citazioni si riferiscono ad oggetti.
Sono
: i nomi degli dči quelli che non si importano,
: almeno fino al 500 a.C. Pena l'intolleranza. E'
: questo il massimo errore dell'analisi della
: protostoria: quello di credere che oggetti e
nomi
: degli dči si scambino senza problemi. I primi
: sono commercio, sempre fatto dall'homo erectus
in
: qua. I secondi sono religione, sacro, che non
si
: scambia affatto e che va da una zona all'altra
: solo con migrazioni.
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