Inviato da: carlo il May 02, 2002 at 07:30:47:
In risposta a: Uccelli-pecore (light) e asini (darkness)
Inviato da Mauro il May 02, 2002 at 06:11:11:
: Proprio gli asini (donkey) compaiono nel terzo
: verso della Genesi...
: "And God saw the light, that it was good: and
God
: divided the light from the darkness"
: VYRA ALhYM AT-hAVR KY-tVB VYBDL ALhYM BYN hAVR
: VBYN hHsK (Genesi 1:4)
: hKR LVHD T-hVS B-Dh htGY LVHD th hVS
h-
: th DNK
: "Icaro loved T-avis... loved the avis e the
: donkey"
: gli avis-uccelli potrebbero anche essere ovis-
: pecore
: abbiamo dunque uccelli-pecore come "luce
: biblica", gli asini come "oscurita'"
: Ecco un elenco dei maggiori protagonisti
biblici
: decodificati in questo modo (la differenza di
: valore tra una lettera e l'altra):
: YhVh (Geova), VBB
: ALhYM (Elohim), LVHD
: ABL (Abele), BK (Bacco)
: QYN (Caino), Yh (la divinita' biblica YhVh)
: sT (Set), B
: NH (Noe'), Z
: sM (Sem), t
: HM (Cam), V
: YPT (Giapeto), HV
: Msh (Mose'), tP
: KN^N (Canaan), DGG
: ^YLM (Elam), ZGB (Zagab-ria)
: AsVR (Ashur), s^S
: ARM (Aram), RH
: ABRM (Abramo), BQH
: sRY (Sara), BK (come Abele)
: YzHQ (Isacco), tKL
: ^sV (Esau'), V^
: Y^QB (Giacobbe), ZDz
: PDN ARM (Padan Aram), NK RH
:
: le quattro mogli di Giacobbe
: LAh (Leah), Lh
: ZLPh (Zilpa), VVM
: RHL (Rachele), Mh
: BLhh (Bilhah), KHA
:
: i figli di Lea
: RAVBN (Ruben), RVhL
: sM^VN (Simeone), tDKt
: LVY (Levi), Zh
: YhVDh (Giuda), VBGB
: YssKR (Issacar), LAKY
: ZBVLVN (Zebulon), VhZZt
: i figli di Rachele
: YVSP (Giuseppe), hYG
: BNYMN (Beniamino), LhDB
: i figli di Bilhah
: DN (Dan), K
: NPTLY (Neftali), DVKG
: i figli di Zilpa
: GD (Gad), B
: AsR (Asher), sB
: Saluti,
: Mauro
: ../
: ABGDhVZHtYKLMNS^PzQRsT
: 0123456789...
asino, in inglese, č anche ass, in sumero AN
SE, 'ESPRESSIONE DEL CIELO'.
L'uccello č MUS EN, 'apparenza dell'essere'.
Ente, italiano, viene da TE EN, incontro l'essere.
L'immagine di Iside, da Apuleio, č descritta come
un'urna con forma di becco d'uccello e collo di
serpente. Avis, per il Du Cange, č anche 'urna
cineraria'. Vediamo, Le Metamorfosi, XI 11:
"Un terzo sosteneva col suo grembo fortunato la
venerabile effige della divinitą suprema; (non
pecoris, non avis, non ferae ac ne hominis quidem
ipsius consimilem) questa non aveva forma nč di
animale domestico nč di uccello nč di belva e
neppure di uomo, ma la novitą medesima e
l'ingegnositą della trovata la rendevano
venerabile e ne facevano il simbolo ineffabile di
una religione comunque superiore e degna di
essere custodita nel massimo segreto. L'immagine
era d'oro luccicante, e configurata precisamente
nel seguente aspetto: si trattava di una piccola
urna, foggiata con rara maestria a fondo
esattamente circolare, esternamente cesellata di
figure meravigliose proprie degli egizi; il suo
orificio non si levava molto in alto, ma era teso
in avanti a mo' di tubo (in canalem porrectum) e
sporgeva con un lungo becco; nell'altro lato era
fissato un manico che si sviluppava all'indietro
in una lunga ansa, e in questa stava un'aspide
dalla pelle squamosa, che, attorcigliato in
sinuose spire, innalzava il suo collo rigonfio e
striato."
Oggetto:
Commento: