Abramo in valle Bormida

solo una somiglianza


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Inviato da: Massimo il October 20, 2002 at 22:51:25:

Riprendo su quanto accennato in “Re: Tracce
d'Egitto sul Lago Maggiore”.
Epafo si oppose a che Fetonte
diventasse "Faraone”. Fetonte ricorse prima alla
madre, poi ottenne da Helios la "magistratura
solare" Si era ripromesso di soddisfarlo sempre,
in tutto, giurando sull'acqua dello Stige. Perciò
rimase fermo nel suo proposito. Insegnò al figlio
l'astronomia. Fetonte, "declinando ogni sentiero,
stupito per l'arcana leggiadria dei segni del suo
compito superbo, spronò l'igneo destriero e volle
nel corso superare il padre", non trattenne la
foga dei cavalli, e uscendo dal cammino consueto,
rischiò di "incendiare la terra". Divenne caldo
il settentrione, l'inusitato fuoco sciolse colà
le nevi, fece fuggire le orse…" (Adatto da
http://www.ilcodicedeglidei.it/extra/III-
Parte.PDF:
Vi si legge ancora che Fetonte, poiché fu
sbalzato dal cocchio, sarebbe stato denominato
l'occhio perduto di Horus, che finì nella mitica
sorgente del Nilo, il che ricorda l'oro verde, lo
smeraldo che Lucifero portava al centro della
fronte e che perse durante la sua caduta, dopo la
battaglia con gli angeli fedeli a Dio). Le
sorelle, le tre Eliadi, Egle, Lampezia e Faetusa
lo piansero a lungo e furono tramutate in pioppi.
Il Fetonte degli Indiani americani Bellacoola fu
ammonito dal padre perché non bruciasse nessuno
con le torce solari. Fetonte accese in anticipo
tutte le torce e la terra diventò rovente. Il
padre fu costretto a scaraventarlo sulla terra.
Ovidio scrive che Fetonte lasciò cadere le redini
alla vista dello Scorpione. Giove allora
precipitò Fetonte, nel fiume Eridano (il Po).

Cfr.:
http://www.geocities.com/marcodeo/other/amarna.htm
l: In questo articolo (qui riportato brevemente)
si possono notare delle somiglianze con il mito:
Neferkheprure-waenre-Amenhotep (Amenofi IV) salì
sul trono d'Egitto alla morte del padre Amenofi
III, probabilmente nel 5° mese del calendario
civile del 38° anno di regno del padre (Genn.
1377 a.C.), se non si ammette l'ipotesi della
coreggenza, discussa più sotto. Nulla si conosce
dell'infanzia di Amenofi IV, anche la data ed il
luogo di nascita sono sconosciuti. A differenza
dei suoi fratelli e sorelle, egli non viene mai
raffigurato nei monumenti del padre giunti fino a
noi, il che può esser dovuto al caso, ma può
anche riflettere il fatto che Amenofi IV era poco
importante prima dell'accesso al trono. Alcuni
elementi ci fanno pensare che egli non fosse il
figlio maggiore di Amenofi III, e che in un primo
momento non era stato designato come erede. La
tomba 226 a Tebe, che apparteneva ad uno scriba
reale e attendente di palazzo di Amenofi III, ma
il cui nome fu cancellato, mostra il proprietario
della tomba seduto con quattro ragazzi sul
grembo. I ragazzi sono di dimensioni diverse e
quindi di età diversa. La didascalia vicina al
ragazzo più grande dice: "il vero figlio del re,
da lui amato, Akheprure". Questi è,
probabilmente, il figlio maggiore di Amenofi III,
che morì prima di salire al trono oppure perse il
favore del padre. Questa ipotesi è suffragata
anche da una iscrizione che compare su una frusta
ritrovata nella tomba di Tutankhamun, e che
cita "il figlio del re, comandante delle truppe,
Thutmose". Questo nome compare anche su un
monumento di Menfi. Anche in questo caso,
evidentemente, abbiamo a che fare con un figlio
di Amenofi III.
Il primo ad ipotizzare una coreggenza tra
Amenhotep IV e suo padre è stato W.M.F. Petrie,
ancora alla fine del secolo scorso, ma poca
attenzione venne posta sulla questione fino a
quando uno studio di Fairman, uno degli scavatori
di El-Amarna, non riaprì la discussione. Fairman
presentò due tipi di testimonianze: cartellini
(dockets) datati all'epoca di Amenhotep III e
ritrovati a El-Amarna e iscrizioni che associano
i nomi di Amenhotep III e Akhenaten (il nome che
prenderà Amenofi IV dopo il 5° anno di regno).
Il maggior sostenitore della teoria della
coreggenza è stato Cyril Aldred, che ha raccolto
numerosi indizi sull'argomento: (1) scene di
tributi dalla tomba di Huya e di altri
funzionari, datate all'anno 12 di Akhenaten, che
risultano diverse dalle scene di tributo usuali e
che rappresenterebbero l'accesso al trono come
sovrano unico di Akhenaten nell'anno 12; (2) un
gruppo di testi legali che si estendono
attraverso i regni di Amenhotep III e Akhenaten;
(3) una scena della tomba di Ramose, visir di
Akhenaten, dalla quale Aldred dedusse che Ramose
venne nominato alla sua carica mentre Amenhotep
III era ancora in vita; e (4) un cartellino
datato proveniente da una lettera di Amarna
scritta immediatamente dopo la morte di Amenofi
III e ricevuta nell'anno due oppure nell'anno
dodici del regno di Akhenaten.
Il culto dell'Aten, ovvero del disco solare non
era del tutto nuovo quando nacque Amenofi IV. Lo
stesso Amenofi III fece costruire una cappella
(ora demolita) per l'Aten a Karnak. Lo stesso
palazzo reale di Amenofi III a Malqata venne
chiamato "Casa di Nebmaatre (che è) lo splendore
dell'Aten". La lancia da parata della regina Tyi,
madre di Amenofi IV, venne chiamata "Splendore
dell'Aten", mentre un reggimento venne
nominato "Splendore dell'Aten". Possiamo quindi
verificare che Amenofi IV non fu completamente
innovativo quando scelse l'Aten come sua divintà
d'adozione. Egli tuttavia portò l'idea
dell'identificazione tra sovrano e divinità fino
agli estremi, e vi aggiunse una nuova filosofia.
Per un breve periodo, il nuovo regno non comportò
molti cambiamenti, né nelle convenzioni
artistiche né nelle pratiche rituali o religiose.
I lavori intrapresi da Amenofi III all'interno
del tempio di Amun a Karnak vennero continuati, e
le decorazioni fatte aggiungere dal nuovo re non
si discostano dalle convenzioni artistiche dei
regni precedenti. Lo stesso Amenofi IV compare in
scene del tutto tradizionali.
Nel corso degli anni successivi si assiste ad una
progressivo spostamento dell'enfasi verso il
culto dell'Aten. Tutto ciò culminerà nella
celebrazione del giubileo dell'Aten e nel
clamoroso cambiamento del nome del re in
Akhenaten.
E' chiaro dai titoli utilizzati dall'anno 12 in
poi che il dogma religioso venne
considerevolmente raffinato. Il nome "didattico"
dell'Aten venne modificato: in precedenza il nome
veniva rappresentato dal geroglifico del disco
solare, combinato con il simbolo del falcone, e
ciò indicava Ra nel suo aspetto di Horakhte, cioè
di colui che sorge e tramonta sull'orizzonte. Da
ora in poi venne invece utilizzato il simbolo del
disco solare sormontato da un bastone pastorale,
che aveva un significato più astratto ("Ra
signore dell'orizzonte"). Già dall'anno 9, le
parole che includevano geroglifici di divinità
erano state modificate n modo da utilizzare solo
segni fonetici così da evitare qualsiasi
riferimento ad altri dèi. I cartigli ed i
giubilei dell'Aten tendono ad identificare l'Aten
con il re, ed i giubilei attribuiti all'Aten
evidentemente riflettono i giubilei del re. In
questo modo, la divinizzazione del faraone riceve
uno sviluppo ulteriore. Questo è evidente anche
nelle tombe, dove Akhenaten è raffigurato mentre
adora l'Aten, ma il popolo è sempre rappresentato
nell'atto di adorare il re. E' interessante
notare che nelle raffigurazioni i raggi del sole
sono sempre rivolti verso il re e la sua
famiglia. E' chiaro che questo apparato
celebrativo e raffigurativo era stato pianificato
accuratamente allo scopo di rafforzare la
posizione del faraone. L'eliminazione delle
immagini divine dalle iscrizioni geroglifici fece
presagire la furia iconoclasta degli ultimi anni
del regno, quando i nomi e le immagini degli dèi
vennero scalpellate in tutto l'Egitto, fino al
punto di deturpare i cartigli del padre.
Nel corso della parte finale del regno, in tutto
l'Egitto, venne attuata una sistematica
distruzione delle immagini divine, soprattutto
quelle di Amun, mentre i nomi di tutte le
divinità ad eccezione dell'Aten vennero
cancellati dalle iscrizioni. Alcuni elementi
fanno pensare che questo piano venne avviato solo
nella parte finale del regno. Nel santuario che
il re fece costruire per la madre Tyi, il
consorte di Tyi è chiamato col suo nomen
Amenhotep (contenente l'elemento Amun-), che però
venne successivamente cancellato e sovrascritto
in vernice rossa con il prenomen Nebmaatre. Ora,
questo santuario va datato all'anno 9 o più tardi
(dopo che la regina Tyi si trasferì ad Amarna),
visto che il nome dell'Aten è scritto con la
forma più recente. Una prova più labile è
costituita da un anello ritrovato nei pressi
della tomba reale, e probabilmente appartenuto ad
una dama della famiglia morta non prima dell'anno
14. L'anello porta la scritta "Mut signora del
cielo" - una scritta di questo tipo non sarebbe
stata ammessa dopo l'inizio della distruzione,
tantopiù su un anello appartenente ad un membro
della famiglia reale.
L'ultima data conosciuta del regno di Akhenaten è
quella all'anno 17, proveniente da una giara di
vino. Alcuni studiosi hanno ipotizzato che il re
fosse stato ucciso, ma non ci sono prove in
questo senso, visto che il corpo non è stato
ritrovato. Gli scavi condotti alla tomba reale
hanno accertato che non vi è stato seppellito. La
cassa canopica destinata a contenere le viscere
del re rimase inutilizzata, così come il
sarcofago in granito, che venne ritrovato ridotto
in frantumi."
Altre informazioni:
“Durante i suoi primi anni di vita sua madre lo
tenne lontano sia dalla residenza regale di
Menfi, che da quella di Tebe. Fu trasferito poi a
nord, ad Heliopolis, sede del culto solare
egizio, per ricevere la sua educazione sotto la
supervisione di Anen, sacerdote di Ra e fratello
maggiore della Regina Tiye. Il motivo
dell'ostilità dei sacerdoti verso il giovane
principe risiedeva nel fatto che Tiye, sua madre,
non era la legittima Sposa Regale del faraone,
incarnazione del dio Amon. Secondo il costume
egiziano il re poteva sposare tutte le donne che
desiderava, tuttavia, la regina i cui figli lo
avrebbero seguito sul trono doveva essere sua
sorella, l'erede legittima. Divenuto faraone,
Amenhotep III sposò sua sorella Sitamun - secondo
la tradizione egiziana. Tuttavia nel suo secondo
anno di regno decise di prendere in sposa anche
Tiye, la ragazza che amava e scelse lei come
regina e sua Grande Sposa Regale, al posto di
Sitamun. Come dono di nozze regalò a Tiye la
città fortificata di frontiera chiamata Zarw, la
capitale della Terra di Goshen, menzionata dalla
Bibbia come la zona dove abitavano gli Ebrei in
Egitto e vi fece costruire un palazzo per lei
come residenza estiva. Per commemorazione del suo
matrimonio con Tiye il faraone fece realizzare un
grande scarabeo, inviandone delle copie a re e
principi stranieri.”
(Adattamento dall'articolo di Ahmed Osman, in
Hera N° 31, che propone l'identificazione di
Mosé con Akhenaton)





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