Come riportato chiaramente nel titolo, in questa pagina iniziamo a definire la geografia storica degli eventi omerici riguardanti la guerra di Troia e proseguiamo nell'identificare le ipotetiche origini di alcune figure mitologiche dell'antica Grecia
Premesse:
Il fiume che scorre nella pianura troiana viene chiamato Scamandro dai mortali e Xanto (Xanthos) dagli Dei:
L'antico Aesontius (oggi fiume Isonzo) mostra la sua evidente somiglianza fonetica con il greco Xanthos (Xanto), mentre il nome Scamandro (Scamander, Skamandros) lo troviamo alle sorgenti del medesimo Isonzo:
Il medesimo nome Xanto viene usato per indicare, nel secondo libro dell'Iliade, la parte di fiume (i suoi "rimoti gorghi") dove abitavano i Licii:
Sembra palese che sia sempre lo stesso fiume Scamandro, chiamato appunto Xanto, e non due fiumi differenti. Questo significa che lo Scamandro e' un fiume particolarmente lungo e presso i suoi "rimoti" gorghi, lontano quindi da Troia, ci abitavano i Licii, una cosa che smentisce totalmente la geografia ufficiale turca in cui lo Xanto troiano e' un fiume molto piccolo ed e' parecchio lontano dalla Turchia meridionale in cui viene localizzato un secondo fiume chiamato anch'esso Xanto che scorre nella presunta antica Licia (il fiume che Strabone non chiamava Xanto bensi' Sibros o Sirbis).
Ed e' proprio nei "rimoti gorghi" dell'Isonzo, nella parte settentrionale lontana dalla pianura friulana, che troviamo abbondanza di luoghi aventi le medesime consonanti LK dell'antica Licia (in greco Lykia, con la K, che ci indica come in lingua italiana sarebbe piu' corretto trascriverla come Lichia/Likia e non Licia):
E' Monfalcone la localita' che si trova presso l'antica foce dell'Isonzo. La stessa Monfalcone in lingua slovena e' chiamata Trzic la cui etimologia viene ricondotta alla generica ipotesi che tale termine significasse anticamente "mercato".
C'e' un curioso, e forse significativo, legame tra il "falcone" e il fiume Scamandro che scorreva nella pianura troiana:
Brani tratti dal volume pubblicato nel 1897 intitolato "Archeografo triestino" e sottotitolato "Raccolta di memorie, notizie e documenti particolarmente per servire alla storia di Trieste, del Friuli e del'Istria":
In una monografia del 1903, pubblicata dal dottore Carlo De Marchesetti e intitolata "I castellieri di Trieste e della regione Giulia", i castellieri di Monfalcone che si candidano a essere il luogo ove sorgeva l'antica Troia sono i seguenti:
C'e' da ricordare che non si troveranno mai i resti dei corpi degli antichi Troiani e neanche quelli dei loro nemici, dato che in epoca omerica i defunti venivano inceneriti su una pira, cosi' come vennero bruciati i corpi degli Achei invasori che morirono durante l'assedio:
Recenti ricerche archeologiche hanno portato alle seguenti datazioni:
Di fronte a Troia si erge un colle isolato chiamato Batiea:
Il fatto che il colle Batiea si trovasse "alla citta' rimpetto solitario" sembra la chiara evidenza che Troia si trovasse su uno dei colli di Monfalcone prospicienti la pianura tra Monfalcone e il mare, escludendo quindi che si trovasse in uno dei colli piu' interni dove si trova per esempio il Castellazzo di Doberdo'.
Puo' risultare oggi difficile, anzi impossibile, identificare visivamente tale colle Batiea dato che presumbilmente trattasi dell'antico Monte di Sant'Antonio unito con l'altura chiamata Amarina, o anche Monte della Punta, entrambi scomparsi in questi ultimi decenni (sono stati letteralmente spianati per far posto a moderne infrastrutture portuali). La loro presenza nei secoli passati e' comunque visibile sulle antiche mappe locali come quella del 1745 ("Mappatura della confinazione del territorio di Monfalcone" by Tommaso Scalfuroto, ingegnere alla Laguna, ai Fiumi e alle Acque su incarico dell'Imperial Regia e Veneta Commissione ai confini del Friuli e Istria) mostrata nella figura seguente:
Nella mappa, al posto dell'antico Lacus Timavi e' presente la palude del Liserte (oggi Lisert) e se e' vero che in epoca romana le due colline costituivano una singola isola di fronte al litorale e' anche vero che prima ancora le conformazione geografica di questi luoghi non era quella del'epoca romana che nel calendario si trova piu' di mille anni dopo l'epoca omerica in cui Troia venne ditrutta dagli Achei.
Le scarse indicazioni sul troianico colle Batiea non ci permettono di affermare che tale colle sia oggi il Monte Sant'Antonio, sebbene sia indicativo che il nome Amarina del vicino Monte della Punta abbia le medesime consonanti dell'antico sepolcro di Mirinna. Il dubbio, piu' che altro, e' che il medesimo Monte Sant'Antonio essendo il luogo dove si trovava una famosa fonte di acqua calda dell'epoca romana e' possibile che fosse la fonte calda che si trovava nei pressi di Troia di cui parliamo nei prossimi paragrafi.
La fonte dell'acqua calda vicina a Troia:
Il fiume Isonzo fino al quarto secolo dopo Cristo sfociava dove oggi c'e' Monfalcone, nei pressi di due piccole isole alle cui spalle c'erano un lago e una fonte calda sulfurea.
Mutazioni geologiche hanno cambiato la fisionomia geografica dell'antico "lacus Timavi", in particolare c'e' stato un progressivo aumento del livello del mare congiunto a un certo abbassamento del livello di costa. Il rilievo carsico allungato, che dava origine alle due "insulae Clarae", in seguito scomparse, arginava le acque del Timavo e del Locavaz. Plinio il Vecchio fu testimone, nel primo secolo dopo Cristo, dei fenomeni termali legati alla fonte, ubicata proprio sull'isola Clara di Sant'Antonio, riconducibili alla variazione della marea:
L'importanza della fonte in epoca romana viene confermata dal suo aver dato nome alla vicina stazione stradale, chiamata Fons Timavi, situata sulla via che da Aquileia portava a Pola e a Fiume.
Ovviamente, prima dell'epoca romana la conformazione geografica dei luoghi poteva essere ulteriormente diversa risultando precisa a quanto descritto nel testo omerico.
All'entrata di Troia ci sono le porte "Scee" che in lingua italiana per non perdere la fonetica originale andrebbero scritte "Schee" oppure "Skee" dato che nell'Iliade sono le "Skaiai pylai" ("porte Skaiai", "Scaean Gates):
Se consideriamo le consonanti SKPL delle parole greche "Skaiai pylai" indicanti le porte Scee di Troia possiamo dapprima constatare che praticamente sono le medesime consonanti del "Phalcus" che ha dato nome a Monfalcone:
Successivamente, se cerchiamo un toponimo locale che possa collimare con la posizione storica di tali porte Scee, possiamo pensare che il luogo che cerchiamo sia quello chiamato Sablici che e' presente due volte nella geografia di Monfalcone. Se il Sablici poco sotto il Montuoso si pone come "entrata" del castelliere Golaz sulla cima di Pietrarossa, l'altro Sablici a destra del Montuoso si pone invece come "entrata" di una citta' antica che trova il suo culmine nel castelliere Vertace sul monte Arupacupa:
Nella mappa del Friuli presente in Vaticano nella cinquecentesca "Galleria delle mappe geografiche", sembra esserci l'indicazione che Troia si trovava sul Monte Golaz (detto anche Gollaz oppure Golas, oggi Monte di Pietrarossa). Come mostrato nella seguente figura, la zona di Monfalcone viene indicata con un segno che indica la forma del fiume Timavo e dei suoi affluenti ed e' uguale alla runa Algiz detta anche Elhaz oppure Eolh:
Sebbene il monte Golaz e' ottimamente posizionato per dominare la pianura sottostante, e' il castelliere di Vertace che trova le maggiori affinita' fonetiche e strutturali con l'antica Troia
Il mare di Monfalcone visto dal monte Arupacupa e altre immagini (fotografie di M@uRun):
Le acque dello Scamandro e del Simoenta (in greco Simoeis) si uniscono "davanti all'alta Troia":
Il fiume troiano chiamato Simoenta sembra essere il rio Moschenizze che parte dalla zona lacustre del Lago di Pietrarossa e del lago di Doberdo' per raggiungere la piana prospiciente le alture di Monfalcone dove confluiva nell'Isonzo che in epoca omerica aveva la foce presso Monfalcone. E' anche vero che le consonanti "R-M-S-C-N-T" del "rio Moschenitiae" sono quelle dello "S-C-M-N-T-R", lo Scamandro, ma e' anche vero che limitandoci al nome Moschenizze come "Moxenitiae" ("Mocsenitiae") abbiamo le consonanti "M-X-N-T" dell'antico "Ximoenta"/Simoenta.
Il monte Gargaro viene citato nel quattordicesimo libro dell'Iliade:
Non essendoci altri riferimenti e' difficile capire quale sia tale monte Gargaro... Esiste pero' la localita' avente medesimo nome Gargaro (in lingua slovena Grgar) nei pressi di uno dei piu' importanti monti al confine con la Slovenia, il Monte Santo (in lingua slovena Sveta Gora):
Il monte Muliano, dove adesso si trova Muggia Vecchia, e' gia' abitato in epoca preistorica. In seguito, con l'arrivo dei Romani lo trasformarono in un castello denominato Castrum Mugiae. Che sia un Muggia simile a "Muxia/Musia" (come Menaxio diventato Menaggio) oppure un Muia simile a "Muius", abbiamo le due consonanti MS che in quanto SM sono anche Samo. La posizione di Muggia e' anche quella precisa da cui Nettuno poteva "contemplare l'aspro conflitto" che stava svolgendosi nella prospiciente pianura di Monfalcone:
In particolare, la regione Tracia in cui si trovava Samo (per cui in seguito venne chiamata Samotracia) ha le consonanti TRC che lette da destra sono l'odierna Croatia (Croazia in lingua italiana)
La localita' chiamata Filippi citata negli Atti degli Apostoli non e' quella posta sull'estremita' orientale dell'antica Macedonia (quella in linea con l'ipotesi errata che Troia sia in territorio turco) ma e' l'attuale Velipoje, oggi al confine tra Croazia e Albania, il cui nome scritto con l'alfabeto etrusco evidenzia come sia lei la Filippi evangelica:
Anticamente il monte Sabotino si chiamava Acquario.
Nel mito, Acquario e' Ganimede, il figlio di Troo (colui che diede nome a Troia) cosi' come la regione "troiana" divenne in seguito il Carso (le tre consonanti QRS di Aquarius (il sopraddetto Acquario/Ganimede figlio di Troo).
Mentre Ganimede faceva la guardia alle pecore del padre, Zeus si invaghi' di lui e si lancio' nella pianura di Troia sotto forma di Aquila... cosi' come in cielo tale episodio viene ricordato dalla costellazione dell'Aquila posta di fianco a quella del'Acquario, cosi' in terra abbiamo nella pianura troiana di Gorizia la citta' di Aquileia
La particolare coincidenza di aver chiamato Aquileia la colonia romana nella pianura prospiciente l'antica Troia di Ganimede sembra indicare che i Romani sceglievano con cura i nomi da dare alle regioni ben sapendo la realta' geografica passata di tali regioni. E' qundi altamente significativo che la capitale locale Forum Iulii (da cui il nome Friuli) e le vicine Alpi Giulie siano effettivamente legate al nome romano Giulio ma possano ancor piu' essere legate all'antica Ilio italica (la vera e unica Troia omerica).
Ditti Cretese e' il leggendario cronista ufficiale della guerra di Troia, vissuta al fianco del re cretese Idomeneo, ed e' considerato l'autore di un'opera in lingua fenicia scoperta in una tomba di Cnosso e fatta tradurre in greco dall'imperatore Nerone. Tempo dopo, nel quarto secolo dopo Cristo, Lucio Settimio la tradusse in lingua latina con il titolo "Ephemeris Belli Troiani" ("Diario della guerra di Troia"):
Riassumendo:
Tenendo quindi presente quanto esposto in questa pagina che Troia si trovava in Friuli e che Sidone si trovava sui colli del Monferrato lungo il fiume Po, e' univocamente attestato che Sparta si trovava nel Piemonte occidentale:
Nel testo omerico, Menelao guida le navi proveniente dalla Lacedemonia:
Pausania racconta che il primo re della regione spartana si chiamava Lelego, Suo figlio Eurota (secondo altri autori era suo nipote) dara' il nome al fiume locale che nasce dal monte Taleton, nella catena montuosa chiamata Taigeto (Taigheto, Taygetus, Taugetus, Taygetos). L'evidenza e' quella che che stiamo parlando della piu' importante montagna del Piemonte occidentale:
Pausania prosegue riportando che Eurota, non avendo figli maschi, lascia il suo regno a suo genero Lacedemone, il figlio di Zeus e di Taigete che aveva sposato sua figlia Sparta. Lacedemone e Sparta saranno poi i genitori di Amicla ed Euridice.
La citta' fondata da Lacedemone che porta il suo nome, e che diventera' l'eponimo sia della regione che dei suoi abitanti (i Lacedemoni della Lacedemonia, piu' conosciuti come Spartani), ha le sue radici geografiche nella localita' piemontese di Castelmagno, nella valle del fiume Grana:
Ne consegue che l'identificazione di Amicla, figlio di Lacedemone e Sparta, trova la sua ottima collocazione nel territorio del monte Chialmo, tra la valle del Grana dove si trova Castelmangno (Lacedemone) e la valle del Varaita dove si trova Stroppo (Sparta):
Il territorio della Lacedemonia (Lakedaimon) era dunque tradizionalmente suddiviso tra le seguenti "borgate", poste qui nell'ordine in cui compaiono nell'Iliade:
Il fatto che la catena montuosa chiamata Taigeto corrisponda alle Alpi Cozie ci porta a riflettere sulla localizzazione geografica delle Pleiadi, prima che esse venissero trasformate in stelle. Il monte Taigeto prende infatti il nome da Taigete, madre del sopraddetto Lacedemone, che era una delle tre Pleiadi che aveva avuto figli con Zeus.
Inoltre, il nome Pleiadi significa "colombe" ("peleiades" in lingua greca) che in lingua ebraica tale volatile e' il biblico YVNh, specificazione di YVN (Javan, Ionia, Grecia), che nella geografia circolare dei figli di Noe' corrisponde al medesimo settore delle Alpi Cozie in cui ritroviamo la Lacedemonia spartana:
L'ordine esatto con cui elencare le Pleiadi puo' essere basato sul fatto che conosciamo la primogenita, Maia, e l'ultimogenita, Merope. Subito dopo Maia possiamo ipotizzare che ci siano el altre due Pleaidi che hanno avuto figli con Zeus seguite dalle due che si sono accoppiate con Pēoseidone per proseguire, infine, con la Pleiade che ha avuto un figlio con Ares:
Il punto da cui partire per localizzare le Pleiadi e' il monte Cillene, nella mitologica Arcadia, dove appunto nascono tali sette sorelle figlie di Atlante e Pleione
La mappa geografica conosciuta come "fegato" etrusco, mostra che il monte Cillene (Cyllene, Kyllini) e la regione Arcadia (Arkadia) si trovavano sulle Alpi italiche (con le lettere C-L-N di Cillene che collimano con le lettere L-N-C del "mont Blanc", il monte Bianco):
Le Pleiadi, nel tempo della loro esistenza terrena che abbiamo visto geograficamente posta nella catena alpina, furono molestate dal gigante Orione. In seguito, Orione venne ricordato tra le costellazioni tenendo presente la sua origine geografica, con il corpo del gigante che coincide con la parte appenninica dell'Italia:
Le tre stelle dela cintura di Orione indicano sempre la parte mediana della penisola italica sia nella attuale geografia con il nord in alto sia con la geografia rovesciata con il sud in alto:
Pleiadi
Orione
Nord in alto | Sud in alto | |
uno dei due piedi di Orione e' la stella Rigel costituita dalle consonanti RGL che in lingua ebraica significano "piede" | RGL sono lettere LGR del nome Liguria | |
poco sopra la stella Rigel (RGL) c'e' la stella Cursa che sono le consonanti CRS della Corsica | poco sopra la Liguria (LGR) c'č la Corsica che sono le consonanti CRS della stella Cursa | |
a destra di Orione c'e' il fiume Eridano | l'Eridano nasce in valle padana e prosegue il suo corso nel mare Adriatico | l'Eridano scorre al contrario terminando davanti alla costa della Liguria proveniente dalla valle del fiume Rodano |
in basso a sinistra la costellazione del cane | Canis (il cane) sono le consonanti CNS di Ichnusa (Sardegna) e dei Sicani (Sicilia), sKLB ("che č cane" in lingua ebraica) sono i Siculi (Sicilia) | sKLB ("che č cane" in lingua ebraica) sono gli Sklabi/Sklavi (gli Slavi)) |
la parola ebraica KLB oltre che significare "cane" significa "come cuore/centro" | la Sicilia e' il centro del Mediterraneo | |
la stella Sirio | SR/RS, Rus', Russia | |
Lepre, sotto i piedi di Orione | il sud dell'Italia a forma di lepre/coniglio simbolo del faraone Unas, con il nome latino "lepus" (la lepre) con le consonanti LPS degli Apules (gli abitanti della Puglia) | il nome latino "lepus" (la lepre) con le consonanti LPS delle Alpis (le Alpi) |
A destra della costellazione di Orione, con proseguimento verso il basso, abbiamo la costellazione dell'Eridano:
Orione, oltre che con il leone, deve anche fronteggiare il grande Toro le cui corna collimano con i Tauri, catena montuosa austriaca:
Con il nord in alto abbiamo la corrispondenza tra le due costellazioni canine (il Cane Maggiore e il Cane Minore) con le due isole Sardegna e Sicilia entrambe contraddistinte dalle consonanti CNS del "canis" (i cane) con il nome Ichnusa (Sardegna) e i Sicani (Sicilia):
Il "rovesciamento" che ha duplicato la geografia dell'antichita' e' visibile anche nel fatto che la clava di Orione e il cane hanno etimologicamente una stessa origine "posizionale":
La geografia di Orione con il nord in alto e' quella che corrisponde al "fegato" babilonese come visibilmente possiamo constatare osservando la somiglianza tra la clava di Orione e la protuberanza che nella mappa babilonese, e nell'equivalente mappa etrusca, indica la catena alpina dalla Serra d'Ivrea alle Alpi Giulie
A sinistra della clava di Orione e' presente, in epoca moderna, il corno dell'Unicorno, una costellazione la cui definizione risale a circa tre secoli fa quando il cartografo olandese Petrus Plancius decise di inserire nella cartografia celeste la figura del'unicorno. Risulta evidente come la scelta di tale animale sia stata dettata dal voler far risaltare l'antichissima entita' geografica presente sia sulla mappa babilonese considerata un semplice "fegato di pecora" che sull'equivalente mappa etrusca conosciuta come "fegato di Piacenza":